“I lavori di realizzazione del nuovo
porto commerciale della città proseguiranno.
Sarebbe da irresponsabili pensare di lasciare quell’opera incompiuta a sfregiare il nostro mare, il nostro
orizzonte e il nostro futuro”.
Non usa mezzi
termini Giulio Calvani, segretario
del locale circolo del Partito Democratico, nel fare il
punto sulla situazione relativa al cantiere del nuovo Porto.
“Voglio ricordare
a tutti che i lavori sono fermi non certo per volontà politica di questa
amministrazione (come, con una operazione intellettualmente
disonesta e politicamente inaccettabile, insinuano ambienti di centrodestra
che cercano di agitare strumentalmente questo tema per recuperare una
visibilità politica ormai ai minimi termini) ma per un sequestro giudiziario
disposto dalla magistratura nell’ambito di una inchiesta penale avviata dalla
Procura di Trani che ipotizza numerosi gravissimi capi di imputazione (dalla
truffa aggravata all’abuso di ufficio, passando per l’associazione a delinquere
e molteplici reati ambientali) a carico di circa 60 persone, tra ex
amministratori, ex dirigenti comunali e rappresentanti dell’impresa
appaltatrice dei lavori. La verità è che il centrosinistra ha ereditato una matassa tremendamente ingarbugliata
e ora, con il paziente e meticoloso lavoro portato avanti con convinzione e
caparbietà dal sindaco Paola Natalicchio
e dall’assessore Giovanni Abbattista,
stiamo provando a venirne a capo per evitare che un’opera già completata per
circa il 60% resti incompiuta, rappresentando per la città di Molfetta un disastro ambientale di proporzioni
gigantesche. Senza considerare che ipotizzare di fermare l’opera o di
modificare unilateralmente il progetto, magari ridimensionandolo,
determinerebbe un contenzioso di
proporzioni gigantesche con l’impresa appaltatrice, con il rischio concreto
di dover pagare decine di milioni di euro in penali. Un colpo che manderebbe in
default finanziario le nostre casse comunali, con danni enormi per le future
generazioni. In questa vicenda occorre essere concreti e realisti, evitando fughe in avanti da incoscienti.
L’amministrazione comunale sta operando con molto accortezza e, a differenza
del passato, oggi esiste una strategia per dare una prospettiva a quell’opera”.
“In questi mesi
– prosegue a riguardo l’assessore Abbattista, titolare della delega al Porto –
abbiamo lavorato attivamente per
creare le condizioni essenziali affinchè
i lavori possano riprendere, una volta che verranno meno le esigenze
cautelari e probatorie che hanno portato la magistratura inquirente a chiedere
e ottenere il sequestro del cantiere. In particolare siamo stati in più
occasioni a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, per affrontare i delicati
temi relativi alle procedure di VIA sulle perizie di
varianti, alla interferenza dei lavori con il Sito di Interesse Comunitario che
insiste sull’area dei lavori, per non parlare della necessità di verificare con
delle apposite indagini cosa ci sia nella vasca di colmata, dal momento che la
magistratura ipotizza che vi siano stati sversamenti di ordigni bellici, anche
a caricamento speciale, e che, quindi, rappresenti di fatto una discarica
abusiva di materiale molto pericoloso. Proprio in questi giorni, dopo le nostre
ripetute richieste, arriveranno i tecnici dell’ISPRA e i corpi speciali del
Ministero dell’Ambiente per fare chiarezza su un punto così delicato. Pensare
che dinnanzi a un quadro così complesso, causato esclusivamente dall’incapacità
di chi ci ha preceduto, l’amministrazione comunale possa chiedere e ottenere il
dissequestro del cantiere per proseguire i lavori tra tutte queste ombre, è da
sprovveduti e da irresponsabili, capaci solo di agitare demagogicamente una
bandiera (quella dello ‘sviluppo costi quel che costi’) dopo aver dimostrato
tutta la loro inadeguatezza nella gestione di questa vicenda”.
“Noi – ha
proseguito Abbattista – non siamo fermi
come si vuol falsamente far credere. In questi mesi abbiamo proseguito i lavori di prospezione dei fondali e di bonifica
dagli ordigni bellici, creando di fatto le condizioni perché, una volta che
il cantiere sarà dissequestrato dalla magistratura, i lavori possano riprendere
senza i continui ‘stop and go’ che
hanno generato nei mesi scorsi ritardi enormi nell’esecuzione dell’opera, già
pagati a caro prezzo dai cittadini molfettesi con gli 8 milioni di euro versati
dalla precedente amministrazione nelle casse dell’impresa appaltatrice, senza
contare il contenzioso ancora in piedi per un valore di circa 22 milioni di
euro. Ma vorrei anche che i cittadini sapessero che abbiamo nelle scorse
settimane deliberato (dopo un serrato confronto con tutti gli attori di questa
vicenda) di procedere con i lavori di
messa in sicurezza del cantiere, per preservare dalle insidie del mare
quanto già realizzato, in modo da evitare che si possano determinare ulteriori
danni. Ebbene, stiamo parlando di opere per circa 6 milioni di euro che, per oltre il 95%, sono già compresi nel
contratto di appalto originario. In sostanza le opere per la messa in
sicurezza (che dureranno 7-8 mesi e che inizieranno non appena sarà definito il
contratto con la società appaltatrice) andranno ad anticipare alcuni lavori già
previsti nell’appalto originario e il relativo importo sarà portato in
detrazione dal corrispettivo che dovremo riconoscere all’impresa che sta
realizzando l’opera. Non si tratta, quindi, di uno spreco di risorse (come è
stato erroneamente sostenuto da chi sta tentando senza nessun ritegno di
nascondere dietro una coltre di bugie le proprie gravissime responsabilità), ma
sostanzialmente di una prosecuzione dei
lavori, sebbene finalizzata a mettere in sicurezza il cantiere”.
“Noi – ha
concluso Abbattista – stiamo creando le condizioni perché l’opera possa essere
ultimata, sebbene siamo consapevoli della complessità della situazione”.
“Il Partito
Democratico – ha spiegato Calvani – lavorerà mettendo a disposizione tutte le
sue competenze e
capacità affinchè quell’opera venga completata e possa rappresentare davvero una opportunità per la città, e non un
pesante fardello da lasciare sulle spalle delle future generazioni. Per fare
questo l’amministrazione sta ben operando nel costruire una rete inter-istituzionale con la Regione Puglia e l’Autorità Portuale
del Levante che abbia due pilastri fondamentali: la restituzione della delega alla Regione per i lavori di
completamento del cantiere e l’adesione
all’Autorità Portuale del Levante, in modo da consentire al nostro Porto di
entrare in un sistema che possa garantire davvero un aumento dei volumi dei
traffici, abbandonando quella logica autarchica che ha caratterizzato la
precedente amministrazione e che ha portato a questa situazione disastrosa.
Ovviamente per fare tutto questo sarà necessario anche avviare una discussione aperta con la città su
un tema così importante, confrontandoci anche sulla ipotesi di una variante al
Piano Regolatore del Porto che determini lo spostamento del Porto Turistico a
ridosso del Centro Antico, con un ripensamento
complessivo di tutto il water-front. La portata di queste scelte è talmente
tanto rilevante che dovrà necessariamente passare da una riflessione profonda
con la città, prima di approdare in Consiglio Comunale. Per questo è avvilente
constatare come negli ambienti di centrodestra ci si attardi sulla inesistente
questione ‘porto sì, porto no’. Oggi è
necessario guardare oltre, per il bene della nostra città”.