lunedì 28 luglio 2014

Il Partito Democratico assicura: “I lavori del Porto proseguiranno. Vogliamo completare l’opera”


I lavori di realizzazione del nuovo porto commerciale della città proseguiranno. Sarebbe da irresponsabili pensare di lasciare quell’opera incompiuta a sfregiare il nostro mare, il nostro orizzonte e il nostro futuro”.
Non usa mezzi termini Giulio Calvani, segretario del locale circolo del Partito Democratico, nel fare il punto sulla situazione relativa al cantiere del nuovo Porto.

“Voglio ricordare a tutti che i lavori sono fermi non certo per volontà politica di questa amministrazione (come, con una operazione intellettualmente disonesta e politicamente inaccettabile, insinuano ambienti di centrodestra che cercano di agitare strumentalmente questo tema per recuperare una visibilità politica ormai ai minimi termini) ma per un sequestro giudiziario disposto dalla magistratura nell’ambito di una inchiesta penale avviata dalla Procura di Trani che ipotizza numerosi gravissimi capi di imputazione (dalla truffa aggravata all’abuso di ufficio, passando per l’associazione a delinquere e molteplici reati ambientali) a carico di circa 60 persone, tra ex amministratori, ex dirigenti comunali e rappresentanti dell’impresa appaltatrice dei lavori. La verità è che il centrosinistra ha ereditato una matassa tremendamente ingarbugliata e ora, con il paziente e meticoloso lavoro portato avanti con convinzione e caparbietà dal sindaco Paola Natalicchio e dall’assessore Giovanni Abbattista, stiamo provando a venirne a capo per evitare che un’opera già completata per circa il 60% resti incompiuta, rappresentando per la città di Molfetta un disastro ambientale di proporzioni gigantesche. Senza considerare che ipotizzare di fermare l’opera o di modificare unilateralmente il progetto, magari ridimensionandolo, determinerebbe un contenzioso di proporzioni gigantesche con l’impresa appaltatrice, con il rischio concreto di dover pagare decine di milioni di euro in penali. Un colpo che manderebbe in default finanziario le nostre casse comunali, con danni enormi per le future generazioni. In questa vicenda occorre essere concreti e realisti, evitando fughe in avanti da incoscienti.
L’amministrazione comunale sta operando con molto accortezza e, a differenza del passato, oggi esiste una strategia per dare una prospettiva a quell’opera”.
“In questi mesi – prosegue a riguardo l’assessore Abbattista, titolare della delega al Porto – abbiamo lavorato attivamente per creare le condizioni essenziali affinchè i lavori possano riprendere, una volta che verranno meno le esigenze cautelari e probatorie che hanno portato la magistratura inquirente a chiedere e ottenere il sequestro del cantiere. In particolare siamo stati in più occasioni a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, per affrontare i delicati temi relativi alle procedure di VIA sulle perizie di varianti, alla interferenza dei lavori con il Sito di Interesse Comunitario che insiste sull’area dei lavori, per non parlare della necessità di verificare con delle apposite indagini cosa ci sia nella vasca di colmata, dal momento che la magistratura ipotizza che vi siano stati sversamenti di ordigni bellici, anche a caricamento speciale, e che, quindi, rappresenti di fatto una discarica abusiva di materiale molto pericoloso. Proprio in questi giorni, dopo le nostre ripetute richieste, arriveranno i tecnici dell’ISPRA e i corpi speciali del Ministero dell’Ambiente per fare chiarezza su un punto così delicato. Pensare che dinnanzi a un quadro così complesso, causato esclusivamente dall’incapacità di chi ci ha preceduto, l’amministrazione comunale possa chiedere e ottenere il dissequestro del cantiere per proseguire i lavori tra tutte queste ombre, è da sprovveduti e da irresponsabili, capaci solo di agitare demagogicamente una bandiera (quella dello ‘sviluppo costi quel che costi’) dopo aver dimostrato tutta la loro inadeguatezza nella gestione di questa vicenda”. 
“Noi – ha proseguito Abbattista – non siamo fermi come si vuol falsamente far credere. In questi mesi abbiamo proseguito i lavori di prospezione dei fondali e di bonifica dagli ordigni bellici, creando di fatto le condizioni perché, una volta che il cantiere sarà dissequestrato dalla magistratura, i lavori possano riprendere senza i continui ‘stop and go’ che hanno generato nei mesi scorsi ritardi enormi nell’esecuzione dell’opera, già pagati a caro prezzo dai cittadini molfettesi con gli 8 milioni di euro versati dalla precedente amministrazione nelle casse dell’impresa appaltatrice, senza contare il contenzioso ancora in piedi per un valore di circa 22 milioni di euro. Ma vorrei anche che i cittadini sapessero che abbiamo nelle scorse settimane deliberato (dopo un serrato confronto con tutti gli attori di questa vicenda) di procedere con i lavori di messa in sicurezza del cantiere, per preservare dalle insidie del mare quanto già realizzato, in modo da evitare che si possano determinare ulteriori danni. Ebbene, stiamo parlando di opere per circa 6 milioni di euro che, per oltre il 95%, sono già compresi nel contratto di appalto originario. In sostanza le opere per la messa in sicurezza (che dureranno 7-8 mesi e che inizieranno non appena sarà definito il contratto con la società appaltatrice) andranno ad anticipare alcuni lavori già previsti nell’appalto originario e il relativo importo sarà portato in detrazione dal corrispettivo che dovremo riconoscere all’impresa che sta realizzando l’opera. Non si tratta, quindi, di uno spreco di risorse (come è stato erroneamente sostenuto da chi sta tentando senza nessun ritegno di nascondere dietro una coltre di bugie le proprie gravissime responsabilità), ma sostanzialmente di una prosecuzione dei lavori, sebbene finalizzata a mettere in sicurezza il cantiere”.
“Noi – ha concluso Abbattista – stiamo creando le condizioni perché l’opera possa essere ultimata, sebbene siamo consapevoli della complessità della situazione”. 
“Il Partito Democratico – ha spiegato Calvani – lavorerà mettendo a disposizione tutte le sue competenze e capacità affinchè quell’opera venga completata e possa rappresentare davvero una opportunità per la città, e non un pesante fardello da lasciare sulle spalle delle future generazioni. Per fare questo l’amministrazione sta ben operando nel costruire una rete inter-istituzionale con la Regione Puglia e l’Autorità Portuale del Levante che abbia due pilastri fondamentali: la restituzione della delega alla Regione per i lavori di completamento del cantiere e l’adesione all’Autorità Portuale del Levante, in modo da consentire al nostro Porto di entrare in un sistema che possa garantire davvero un aumento dei volumi dei traffici, abbandonando quella logica autarchica che ha caratterizzato la precedente amministrazione e che ha portato a questa situazione disastrosa. Ovviamente per fare tutto questo sarà necessario anche avviare una discussione aperta con la città su un tema così importante, confrontandoci anche sulla ipotesi di una variante al Piano Regolatore del Porto che determini lo spostamento del Porto Turistico a ridosso del Centro Antico, con un ripensamento complessivo di tutto il water-front. La portata di queste scelte è talmente tanto rilevante che dovrà necessariamente passare da una riflessione profonda con la città, prima di approdare in Consiglio Comunale. Per questo è avvilente constatare come negli ambienti di centrodestra ci si attardi sulla inesistente questione ‘porto sì, porto no’. Oggi è necessario guardare oltre, per il bene della nostra città”.