“L’evoluzione del
diritto dell’informazione, nelle tre accezioni del diritto di informare, di
informarsi e di essere informati è pre-condizione dell’emergere di nuovi diritti di cittadinanza intesi
quale partecipazione consapevole e informata al processo decisionale pubblico”.
Con questo pensiero il filosofo Immanuel Kant anticipa
quello che è accaduto secoli dopo e che oggi prende il nome di Open Government, un nuovo concetto di
governo basato su un nuovo modo di condividere le informazioni e di essere
“aperto” e “trasparente” nei confronti dei cittadini.
L’open Government consente di creare un nuovo modello di trasparenza, di liberare i dati pubblici per lo sviluppo economico e sociale, di informare, coinvolgere per valorizzare l’intelligenza collettiva, di recuperare la fiducia pubblica e di “riconsegnare” il ruolo di protagonista al Cittadino nella vita politica.
Ma cosa si intende per trasparenza amministrativa? Quali dati
restituire alla collettività?
Il concetto
di trasparenza è cambiato nel tempo: siamo passati da una trasparenza dei
cittadini nei confronti dello Stato ad una trasparenza dello Stato nei
confronti dei cittadini. La
trasparenza, nella normativa vigente, è intesa come totale accessibilità alle
informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche
amministrazioni, allo scopo di favorire il controllo diffuso da parte dei
cittadini sull’operato delle istituzioni e, soprattutto, sull’uso delle risorse
pubbliche, prevenendo, quindi, fenomeni corruttivi che costano all’Italia circa
60 milioni all’anno. Oggi, il D.Lgs. 33/2012, comunemente noto come “Legge
sulla trasparenza” introduce, tra le novità, il diritto di accesso civico
all’informazione che consente a chiunque di richiedere dati e documenti di cui
sia stata omessa la pubblicazione. La normativa, inoltre, invita a pubblicare i
dati sotto forma di Open Data (dati
liberamente accessibili senza restrizione di copyright o altre forme di
controllo, utilizzabili e riutilizzabili) che potranno, quindi, essere
esportati, trattati e riusati per produrre nuovi servizi e soluzioni a
vantaggio della collettività.
Quali sono, quindi, gli strumenti a supporto delle PA per il
contrasto della corruzione?
Gli strumenti sono fondamentalmente due: il whistleblower introdotto dal D.Lgs. 190/2012 (un sistema organico di
prevenzione della corruzione che prevede l'introduzione nel nostro ordinamento
di un sistema di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti) e gli
obblighi di pubblicazione stabiliti dal D.Lgs. 33/2013. La trasparenza,
infine, trova un grande alleato nell’uso del tecnologie dell’informazione e
della comunicazione: internet ed il World Wide Web consentono di rendere le
informazioni disponibili nell’immediato ad un numero indefinito di soggetti in
qualsiasi momento e in qualsiasi angolo geografico. Si tratta di un processo di
cambiamento culturale per la gestione della cosa pubblica che nasce dalle nuove
forme di “cittadinanza digitale” prodotte dall’uso crescente del web.
Stiamo vivendo, quindi, in una nuova agorà elettronica, che consente
un nuovo legame con il cittadino, che offre potenzialità partecipative e che sta
trasformando gli utenti da semplici consumatori a potenziali produttori di
informazioni.