mercoledì 30 aprile 2014

Dal primo maggio parte Garanzia Giovani, è un`opportunità per l`occupazione.



Per Giuliano Poletti quello del 2014 sarà un 1° maggio che pensa ai giovani. Giovedì sarà attivato il portale del ministero del Lavoro dedicato al programma Garanzia Giovani, il piano europeo che mira «a dare a tutti un`opportunità», spiega il ministro. 

L`Italia arriva alla festa del lavoro con disoccupazione record e scintille sul decreto. «Il Senato potrà modificarlo a patto che mantenga gli elementi fondamentali e rispetti i tempi. Alla Camera ne hanno rispettato gli elementi fondamentali». 

Non nasconde l`emozione, il ministro, per il fatto simbolico dell`avvio il primo maggio. Poletti parla dalla «sua» Emilia, dove ha festeggiato il 25 aprile nella casa dei fratelli Cervi. «Ci ero venuto da ragazzino, una cinquantina di anni fa, per festeggiare la liberazione partecipando ai giochi della gioventù». Oggi c`è tornato da ministro con carico di impegni non da poco su tutti i fronti: pensionati con redditi molto bassi, over 50 espulsi dall`attività, donne confinate ai margini, imprese in crisi profonda, a volte irreversibile. Il lavoro è il male del secolo che l`Europa è chiamata ad affrontare. Ma al primo posto oggi restano i giovani che non studiano e non hanno un`occupazione. E neanche la cercano. «Con Garanzia giovani non saranno più lasciati alle famiglie, ma per la prima volta Europa, Italia e Regioni si preoccupano di loro». Il ministro ci crede tanto, che la considera un`opportunità per i giovani e per tutto il Paese. 



Da buon cooperatore sa bene che per fronteggiare l`inattività è utile creare delle reti, avere contatti, puntare sulla partecipazione. E oggi si è a poche ore dal via. Per aderire basterà iscriversi al portale www.garanziagiovani.gov.it


Il programma si rivolge a tutti i giovani tra i 15 e i 29 anni, senza distinzione? 


«A tutti quelli che non studiano, non lavorano e non stanno seguendo nessun corso formativo. I cosiddetti neet. Per loro dal primo maggio è possibile registrarsi sul portale garanzia giovani. Tutti verranno chiamati da un`agenzia per l`impiego regionale o privata convenzionata per un colloquio, da cui scaturirà un profilo. Sulla base di questo profilo entro 4 mesi sarà fatta una proposta concreta. Potrà essere un contratto di apprendistato, un corso di formazione, un percorso di specializzazione o un servizio civile presso i centri che saranno selezionati attraverso dei bandi. Oltre ai lavoratori, stiamo lavorando perché anche le imprese si iscrivano al portale, per facilitare il lavoro di incrocio tra offerta e domanda di lavoro delle agenzie». 


La convenzione con Finmeccanica e Confindustria invece è già partita. 


«Sì, in quel caso noi siamo entrati in corsa su un programma che Finmeccanica aveva già lanciato per l`assunzione di 5mila giovani. Questo significa che i 20mila curricula già arrivati saranno subito introdotti nel programma di Garanzia giovani». 


Finora solo tre Regioni hanno firmato la convenzione con il ministero necessaria per far partire il programma. Quando pensa che sarà completato l`iter? 


«Altre due convenzioni sono pronte per la firma e altre arriveranno presto. Il programma comunque partirà come previsto». 


Fino a quando ci si potrà iscrivere? 


«Il programma dura due anni, non ci sono termini: si possono utilizzare tutti i 24 mesi». 


Questo vuol dire che anche chi ha 14 anni oggi potrebbe essere interessato? 


«Sì, l`anno prossimo potrà iscriversi se non studierà più e non lavorerà». 


Che rapporto c`è tra questo piano e la delega sul lavoro appena varata? 


«Sicuramente questa esperienza ci aiuterà a riflettere sui servizi per l`impiego, che sono un punto centrale della delega. Se vogliamo passare da un sistema concentrato su ammortizzatori e tutele a un altro orientato alle politiche attive per il lavoro, abbiamo bisogno di strumenti nuovi. La garanzia giovani è una di questi». 


In questa settimana il Senato inizierà l`esame del decreto lavoro, dopo le fibrillazioni politiche della Camera. Lei si aspetta modifiche? 

«È normale che il Senato svolga la sua funzione, che è quella di esaminare il testo e quindi anche di emendarlo. Il dato importante per me è che si rimanga fedeli agli elementi di fondo del decreto e che si rispettino i tempi per la conversione in legge». 


La Camera ha rispettato gli elementi di fondo del decreto? 


«Sì, ha mantenuto le caratteristiche essenziali dell`intervento, che sono la durata del contratto a termine di 36 mesi, l`eliminazione della causale, la semplificazione anche rispetto all`apprendistato. Questi elementi fondamentali sono stati salvaguardati». 


C`è chi accusa di essere tornati alla legge Fornero sull`obbligo di assunzione del 205 degli apprendisti per le aziende sopra i 30 dipendenti, nel caso in cui si vogliano impiegare nuovi apprendisti. 


«Ricordo che la Fornero imponeva vincoli alle aziende sopra 10 dipendenti e non 30, e che dal 2015 prevedeva la stabilizzazione del 50% degli apprendisti. Basta controllare le dimensioni delle nostre aziende per capire quante vengono escluse con il passaggio da 10 a 30 dipendenti. Non mi pare proprio un ritorno indietro». 


Cosa replica all`accusa della Cgil di un contrasto tra decreto e disegno di legge delega? 


«Non è così, perché il decreto è in sostanza una semplificazione che dà certezze alle aziende. I dati ci dicono che il 70% di contratti a termine tra gli avviamenti al lavoro è figlio anche di incertezza sulla causale. In sostanza accadeva che gli imprenditori avevano paura a prolungare il contratto, dopo un anno mandavano via i lavoratori e ne chiamavano altri. Potenzialmente la formula introdotta dal decreto stabilizza di più. In ogni caso il decreto prevede un monitoraggio tra 12 mesi. In quell`occasione vedremo se questa ipotesi è confermata: io non mi impicco a un`idea. Si pensi all`apprendistato, che è stato regolato pensando che doveva diventare il contratto di accesso al lavoro, e invece è crollato dal 14 al 10% degli avviamenti al lavoro». 


Sugli esodati ci sono già ipotesi in campo? 


«Ho convocato un tavolo per il 7 maggio: sarebbe inopportuno e scorretto parlare già oggi di ipotesi concrete. Posso dire che l`obiettivo è trovare una soluzione strutturale al problema, mettendo fine a interventi spot che ci sono stati finora. Interventi sicuramente utili, ma parziali». 


Si lavorerà sulla flessibilità dell`età di pensionamento? 


«Quello è un altro capitolo che riguarda tutti. Il tema di un`età flessibile per andare in pensione è sempre attuale: molto dipende dalle risorse. Il caso esodati è diverso: per loro ci sarebbe stato bisogno di una norma transitoria che non è stata fatta».


Intervista a Giuliano Poletti di Bianca De Giovanni - L'Unità